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rassegna stampa 2010

VINI BUONI D′ ITALIA 2011

Cronache di gusto - Un Recioto del sud

Cronache di Gusto - Le grandi verticali

ANNO 2006
ANNO 2007
ANNO 2008
ANNO 2009
ANNO 2010
ANNO 2011
ANNO 2012
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  VINI BUONI D′ ITALIA 2011
  Premiato il Miano 2009 con la CORONA dalla guida Vinibuoni d′Italia 2011 per la qualità, la piacevolezza,la bevibilità e la corrispondenza vino vitigno territorio.

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  Cronache di gusto - Un Recioto del sud
  Un Perricone vinificato dolce: ecco il progetto dell’enologo Tonino Guzzo che vorrebbe realizzarlo per l’azienda siciliana Castellucci Miano.

Un Perricone vinificato dolce per un prodotto che assomiglia più ad un Recioto che ad una vendemmia tardiva siciliana. E’ solo un’idea per il momento, ma è un progetto che potrebbe prendere presto vita tra le mani del sapiente enologo Tonino Guzzo, che vorrebbe realizzarlo per l’azienda Castellucci Miano.
“Ho visitato di recente l’azienda Dal Forno in Valpolicella, ed ho sentito l’amore del titolare per tutti i suoi prodotti, in particolare per il Recioto. Così ho avuto l’idea di produrre lo stesso vino, ma con il Perricone - spiega Guzzo -. D’altra parte, è così che vengono le migliori idee, dalle similitudini, e dagli assaggi”.
Il vitigno è stato scelto per le sue caratteristiche varietali, che lo rendono idoneo ad un appassimento anche prolungato. Il Maravita di Castellucci Miano è infatti un Perricone che appassisce venti-trenta giorni, il nuovo prodotto dovrebbe appassire per quaranta-cinquanta. Le uve inoltre, saranno il frutto di una selezione accuratissima, perfino maggiore di quella fatta per il Maravita, ecco perchè non sarà possibile realizzare questo vino ogni anno. “Se le condizioni saranno favorevoli - racconta Tonino Guzzo – cominceremo le sperimentazioni già dalla prossima vendemmia. Ad ogni modo, la realizzazione dipende dalle condizioni climatiche dell’annata, che deve garantire acini integri adatti all’appassimento. La Dal Forno ad esempio, ha prodotto il Recioto solo sei annate su ventisette, mi auguro che noi potremo realizzare cinque annate su dieci”.
La Castellucci Miano sembra dunque interessata a produrre questo “Recioto”. L’azienda resta comunque favorevole alla produzione di vini innovativi, che rappresentano la cartina al tornasole delle potenzialità dell’isola. Bisognerà decidere infine come classificarlo, perchè non potrà essere un passito in quanto il Perricone non è un’uva aromatica. Sarà perciò con molta probabilità una vendemmia tardiva.

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  Cronache di Gusto - Le grandi verticali
  SHIARA′, VINCE IL 2009

Degustate cinque annate del bianco di punta di Castellucci Miano.

I sogni si possono fare anche a occhi aperti, sono i più belli. Poco prima accadono cose fuori dall’ordinario: intuizioni, visioni, pensieri che si intrecciano secondo nuovi schemi. Sono momenti nei quali tutto si ferma, tutto si scompone e si ricompone in un modo diverso. Spesso con le solite cose. Poi è lucido slancio verso il tangibile.
Amiamo immaginare Tonino Guzzo, da anni ai vertici del professionismo enologico siciliano, attraversare uno di questi momenti, alla ricerca del gusto perfetto dell’uva, momenti volitivi che lo hanno persuaso a ritenere il catarratto uno tra i più importanti vitigni di Sicilia e che lo condurranno a “Shiarà”, il bianco di punta dell’azienda Castellucci Miano. È il 2005. Dopo aver fatto visita ad oltre 80 vigneti ed assaggiato i grappoli zona per zona, prenderà in considerazione solo 12 appezzamenti. Trattasi di vigneti con piante di oltre 70 anni e coltivate ad alberello, compresi tra 800 e 1.000 metri di altitudine. Il territorio è quello delle colline attorno a Valledolmo (Pa), alle pendici delle Madonie, terreni sabbiosi con presenza di argilla e ricchi di elementi calcarei. Il clima più rigido, sopratutto in ragione dell’altitudine, i suoli e le caratteristiche varietali posticipano regolarmente la vendemmia sino ad ottobre inoltrato, ben oltre i gli standard isolani. La fermentazione e l’affinamento - lunghi 6 mesi - avvengono in acciaio; a questi se ne aggiungono altri 4 in bottiglia.
Il sogno da acciuffare è un bianco aromatico-minerale di grande energia, poco timido nei confronti del tempo. Shiarà si muove pienamente in questa direzione, frutto dell’intuizione e del lungo lavoro di Tonino Guzzo. Per darcene prova, Guzzo insieme a Piero Buffa (area commerciale) ci propongono una avvincente verticale dal 2005 al 2009.

SHIARA′ 2009 – punteggio 90/100
Alla vista è giallo paglierino scarico con intensi riflessi verdognoli. Naso fragrante, sorprendente, inarrestabile. Frutti tropicali, frutta a polpa bianca e fiori di campo sviluppano una percussione olfattiva emozionante: banana, pompelmo, lime, citronella e pesca sono avvolte da fresche note mentolate. In bocca è vivo, compatto, agile. Il tessuto evidenzia una trama fitta ed equilibrata con un’elegante vena acida. La persistenza aromatica è lunga, la rispondenza naso-bocca centrata pienamente. Delle cinque annate in degustazione, il 2009 mostrerà una marcia in più rispetto agli altri.

SHIARA′ 2008 – punteggio 87/100
Alla vista è giallo paglierino scarico con lievi riflessi verdi. Il naso è contraddistinto da note varietali di frutta matura, fieno e muschio. Bocca fresca, intensità media. Sapido. Buona persistenza aromatica. Sembra che il 2008 si trovi in un momento di chiusura e profonda metamorfosi. La sua interpretazione è in questo momento difficile ed articolata.

SHIARA′ 2007 – punteggio 89/100
Giallo paglierino scarico con riflessi verdi. Naso verde, scontroso. Dopo qualche istante fanno capolino delicatamente sentori di nespola e susina. Cenni di pietra focaia. Nessun chiaro riferimento a fenomeni di ossidazione. Bocca composta, agile, ottima beva. Eccellente equilibrio tra parti dure e morbide. Un vino armonico e piacevole.

SHIARA′2006 – punteggio 85/100
La vendemmia 2006, caratterizzata da giorni di intense precipitazioni e grandinate, è un’annata difficile che ha richiesto una laboriosa selezione dei grappoli e spesso dei singoli acini. Il colore è giallo paglierino scarico. Naso minuto e floreale. Lievi cenni di elegante ossidazione. In bocca sottolinea una struttura meno imponente delle altre annate, anche la vena acida sembra meno marcata. Piace il senso della misura e la compostezza in un’annata giudicata “piccola”.

SHIARA′ 2005 – punteggio 89/100
È il primo esperimento di quest’idea di catarratto d’alta quota, il “numero zero” di Shiarà. È giallo paglierino con lievi riflessi color crema. Al naso si avvertono sentori balsamici e minerali tra i quali il rosmarino, alloro, pompelmo e lievi note sulfuree. Elegante, sorprende per l’ottima evoluzione dei profumi terziari. Da notare alcune curiose ed interessanti analogie con il vitigno sauvignon blanc. In bocca è asciutto, sapido, essenziale. Non cede mai di un millimetro e non dà segni di stanchezza. Un vino singolare che trova una paragonabile capacità di evoluzione solo in vini prodotti sul vulcano più alto d’Europa.

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